• 22 Novembre 2024 05:06

Noi CSIamo…

DiCsi Staff

Mag 25, 2021

Continua il nostro impegno editoriale targato CSI Potenza con la rubrica settimanale intitolata:“Oggi diamo voce a…”.

L’obiettivo dell’iniziativa è di far conoscere le nostre società sportive che con noi condividono gli stessi valorie di diffondere il loro progetto associativo promuovendo lo sport come momento di educazione, di crescita, di impegno e di aggregazione sociale.

La seconda “Voce” che si racconta è quella di Anna Stella Brienza, presidente dell’Associazione LO SPORT E I SENSI di Potenza.

Poco più di 1 anno di attività e conta già16 associati e numerosi progetti in cantiere.

Questo e tanto altro è LO SPORT E I SENSI.

Quando nasce la vostra associazione?

Noi siamo nati nel dicembre 2019 e siamo nati per caso, per il bisogno comune che avevamo di associarci e fare qualcosa di importante e positivo per i nostri figli. Nasciamo in ospedale quando il CIP (Comitato Italiano Paralimpico) stipula una convenzione progettuale con l’Azienda Sanitaria San Carlo con l’impegno di far fare la riabilitazione ai ragazzi attraverso lo sport grazie a tecnici specializzati.

Quali sono gli sport praticabili a livello terapeutici?

Pallavolo, scherma, karate, calcio balilla.

Qual è la vostra esperienza con il CSI?

Tra i costituenti della nostra associazione non ci sono professionisti del settore e grazie al CSI di Potenza, al quale ci siamo associati subito dopo qualche mese, abbiamo iniziato a seguire vari corsi per dirigenti ed educatori sportivi per disabili.

Chi sono i vostri associati?

I nostri associati sono per la maggior parte ragazzi con disabilità intellettivo-relazionale o motoria e i loro genitori.

Qual è lo spirito della vostra associazione?

Conoscere, includere e confrontarsi. Lo sport libera tutti, la vera sinergia è quella che si crea unendo le forze e integrandosi con altre realtà sul territorio.

Progetti nel futuro?

Far star bene i nostri ragazzi grazie all’acquisizione di una sede fisica dell’associazione. Abbiamo intenzione di chiedere degli spazi ad esempio al Centro Sociale di Malvaccaro, o qualsiasi altro rione, perché ci piace l’idea di vedere la nostra realtà associativa integrata in un rione, considerando l’importanza reale e tangibile che hanno i nostri ragazzi di essere inclusi.

La nostra massima aspirazione è di accogliere nella nostra associazione anche i normodotati, perché potrebbe sicuramente arricchire entrambi, perché i disabili potrebbero avere un buon punto di riferimento nello sport e nel quotidiano vedendo i ragazzi che non si allontanano perché diversi ma accolgono questa diversità perché normale. Finita l’età scolare se i ragazzi non hanno un buon punto di riferimento lavorativo non avranno nulla da fare.

Noi non vogliamo fare soltanto un punto di ritrovo, limitare a dare loro il calcio balilla e basta. Vogliamo dare e offrire qualcosa di strutturato e tutto questo lo stiamo facendo grazie al CSI anche perché a cause di tagli sulla Sanità alcune attività terapeutiche sportive non vengono più somministrate.

Qual è il vostro motto?

Mai mollare, crederci sempre.